Istamina, istaminchia! Un approfondimento

Avvertenza:

la presente pagina non ha alcuna pretesa di scientificità. Quanto di buono e corretto essa contiene è da attribuirsi alle spiegazioni del veterinario e alle fonti enciclopediche e in rete che ho consultato (un articolo sull'alimentazione a basso contenuto di istamina, in tedesco, e le voci dell'Enciclopedia Universale del "Sole 24 Ore" e di Wikipedia). Errori, inesattezze, incompletezze sono esclusivamente mia responsabilità.

Cos'è l'istamina?

L'istamina è un'ammina biogena che deriva dalla decarbossilazione dell'aminoacido istidina: la decarbossilazione è una reazione che porta alla perdita di una molecola di anidride carbonica. Questa trasformazione di aminoacidi in ammine è una reazione molto comune nel metabolismo degli esseri viventi. Ricapitolando:

Istidina (C6H9N3O2) - CO2 = Istamina (C5H9N3)

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Come funziona nell'organismo?

In condizioni normali, l'istamina nell'organismo è prodotta e accumulata in granuli, nei mastociti e nei leucociti basofili. Un organismo sano è in grado di controllare da sé i livelli di istamina: c'è un equilibrio tra introduzione, produzione e degradazione di istamina. L'istamina ha molte funzioni positive nell'organismo, per la guarigione di ferite, nelle reazioni immunitarie, come neurotrasmettitore. Regola funzioni come l'attenzione, il sonno, l'appetito.

Inoltre l'organismo possiede enzimi in grado di degradare l'istamina. In particolare, le cellule dell'intestino tenue possiedono un enzima (ossia una proteina che accelera reazioni chimiche senza intervenire sui processi che ne regolano la spontaneità) che si chiama diaminossidasi (DAO). La diaminossidasi ha la facoltà di degradare l'istamina.
Il secondo enzima in grado di degradare l'istamina è l'Istamina N-Metiltransferasi, che si trova nelle cellule del tessuto endoteliale dei vasi sanguigni, nelle cellule del fegato e della mucosa gastrica. Questi enzimi consentono, in condizioni normali, di degradare facilmente l'istamina.

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E quando qualcosa s'inceppa?

In caso di reazioni allergiche, o, come nel nostro caso, di disordini mastocitari (per la degranulazione dei mastociti), fra le altre sostanze viene liberata l'istamina, che è la classica causa del prurito (per non parlare di manifestazioni anche più gravi in caso di allergia).

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Cosa c'entra l'istamina con il cibo?

In caso di reazioni allergiche o di disordini mastocitari, i nutrizionisti consigliano un'alimentazione povera di istamina.
Il processo di decarbossilazione dell'istidina, da cui si forma l'istamina, si verifica naturalmente negli alimenti non più freschi. Per esempio, il pesce subito surgelato contiene meno istamina di quello tenuto "in fresco" magari per più giorni, perché il surgelamento impedisce la riproduzione dei batteri e quindi la decarbossilazione dell'istidina.
Questo processo è usato anche intenzionalmente nell'industria alimentare, per la fermentazione o la stagionatura di alcuni prodotti (formaggi, birra, ecc.). Al suo limite estremo vi è la putrefazione, e infatti non a caso gli animali che si nutrono di carogne producono una quantità molto maggiore di enzimi in grado di degradare l'istamina (Diaminossidasi e Istamina N-Metiltransferasi).

Per una dieta a basso contenuto di istamina, rimandiamo ai consigli già esposti qui.

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Integratori alimentari e medicinali da evitare

La vitamina C è in grado di inattivare chimicamente l'istamina. Coi gatti però bisogna stare attenti, perché è anche un acidificante delle urine e potrebbe quindi portare alla formazione di calcoli di ossalato. In realtà, nel caso nostro specifico, giacché Rocco ha invece ph alto e cristalli di struvite, non penso possa fargli troppo male. Rocco prende la vitamina C in un integratore che si chiama Endotel e che gli ha prescritto il Doc. Contiene anche altri principi attivi, fra cui la Quercetina, un flavonoide che fra le altre cose funge da inibitore di alcune tirosin-chinasi.

Esistono poi degli integratori alimentari (non medicinali) che contengono l'enzima DAO. Non so se siano commercializzati in Italia. In Germania e Austria il prodotto si chiama Daosin. Hanno tuttavia un effetto solo preventivo (sono da assumere mezz'ora prima dei pasti), che dura circa 4 ore.

Questa invece è la lista dei più comuni principi attivi DAO-inibitori (che non sarebbero quindi da somministrare nel nostro caso):

Acetilcisteina
Acido clavulanico (occhio, questo è contenuto negli antibiotici come Synulox, Acilen o Augmentin!)
Ambroxolo (usato nei mucolitici)
Aminofillina (usato per ostruzione delle vie aeree)
Aminoguanidina (per il diabete)
Clorochina (antimalarico, lupus eritematoso, artrite, artrite reumatoide)
Dobutamina (per scompensi cardiaci)
Imipenem (antibiotico simile alla penicillina)
Isoniazide (antibiotico antitubercolare)
Metamizolo (Novalgina)
Metoclopramide (occhio, è il Plasil!)
Pancuronio (per l'ipertensione)
Pentamidina (chemioterapico per infezioni gravi)
Propafenone (antiaritmico)
Verapamil (anti-ipertensivo)

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Una domanda da un milione di dollari

Alla luce di tutto quanto sopra, e considerato che:
1) il cibo per animali (anche quello cosiddetto "premium") viene ricavato da scarti di macellazione, avanzi di supermercati ormai mezzi (o del tutto) andati a male, che vanno a costituire i famigerati "derivati di origine animale";
2) la cottura - a cui il cibo di cui sopra è sottoposto (non so a che temperature, ma non ho trovato ragguagli in proposito) - non elimina l'istamina già presente in un cibo;
3) io ho per giunta l'impressione che a mangiar la mia pappona Rocco si lecchi e si mordicchi meno...
può essere legittimo affermare che un cibo preparato in casa come la mia famosa "pappona" (n.b. NON avanzi della tavola!) sia per il micio più "istamina free" di qualsiasi altro prodotto per quanto premium, per quanto ipoallergenico?

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